Il reportage è uno dei generi della scrittura giornalistica ed è una forma del discorso giornalistico che privilegia la testimonianza diretta. (fonte Wikipedia)
Un reportage prevede un’analisi attenta e strutturale di un argomento legato all’attualità o al tema oggetto del reportage stesso. Può essere paragonato ad una sorta di diario o memoria di viaggio, ancor di più quando si parla di reportage per immagini. In quest’ultimo caso, le foto, costituenti il reportage, devono contenere e trasmettere, in maniera univoca e chiara, le impressioni e le emozioni del narratore ed essere estemporanee.
Premesso ciò, a mio avviso, il Reportage per immagini è il tema più ambizioso nel quale un fotografo decida di cimentarsi nell’ambito di un concorso; valorizza non solo la tecnica fotografica, ma la capacità di saper osservare e raccontare.
Non so se a qualcuno di voi sia mai capitato di presentarsi, con il proprio portfolio, ad un colloquio con un editore o un direttore di giornale o un Image editor. Normalmente queste persone, ricevono decine di richieste ogni giorno, di visionatura di portfolio; il loro tempo, generalmente, oltre ad essere poco è anche velocissimo; occorre, pertanto che le prime tre, quattro, foto siano tali da farlo decidere di soffermarsi nel visionare le altre e iniziare a porre domande sul luogo in cui sono state realizzate, le motivazioni, i possibili elementi interpretativi.

Molto spesso, queste persone non esplicano in alcun modo il loro giudizio negativo, limitandosi ad uno sterile «..le faremo sapere». Anche in una giuria di un concorso si innescano alcuni meccanismi similari; alcune volte i componenti discutono su qualche immagine evidenziandone le possibili positività e, in altri casi, le mettono da parte cancellandole per sempre dalla loro memoria storica e visiva.
Ma come si realizza un Reportage per immagini? La cosa importante è decidere noi un tema da svolgere: colori, ambiente, ecologia, eventi biologici, architettura, paesaggio, ecc. Insomma, non limitiamoci ad una sterile ricerca in archivio tra decine di foto realizzate in tempi e momenti diversi a cui assegnare una logica o un valore narrativo, ma costruiamo di volta in volta un racconto di ciò che stiamo inquadrando e vivendo attraverso l’obiettivo della nostra fotocamera.

In queste tre foto l’autore, Alessio Sera, è riuscito a racchiudere tutti gli elementi caratteristici di Cuba; parlandoci, in maniera diretta ed immediata, di questa nazione senza alcuna possibilità di confusione.

La costruzione semplice delle immagini viene arricchita dalla scelta dei soggetti e delle loro espressioni che “raccontano” la loro quotidianità racchiusa in gesti che appartengono alla loro cultura.
Anche durante un’immersione possiamo decidere di realizzare un Reportage, magari raccontando un evento biologico, come la fecondazione di una specie o la nascita dei piccoli.
Insomma ovunque noi voltiamo il nostro sguardo e puntiamo l’obiettivo della nostra fotocamera, vi è un evento, un momento da racchiudere e catturare nelle nostre immagini per raccontarlo, successivamente, facendo rivivere le nostre stesse emozioni o facendo scoprire situazioni altrimenti inimmaginabili.

Altri due esempi di Reportage da me realizzati nel corso di una gara in estemporanea in cui bisognava parlare e “raccontare” Golfo Aranci, in Sardegna. Passeggiando per Golfo Aranci, il mio occhio è stato “catturato” dalle geometrie colorate che caratterizzavano le abitazioni, o parti di esse, della splendida cittadina: isolando alcuni elementi architettonici anche mediante il contrasto cromatico ho creato delle immagini che mi hanno fatto conferire la menzione speciale per il miglior grafismo cromatico.

Sempre parlando di Golfo Aranci, si poteva raccontare la cittadina attraverso elementi della sua storia quotidiana: paesaggio, mare e ciò che resta di quella che verrebbe definita archeologia industriale. In questo caso i vecchi vagoni abbandonati, raccontano la loro storia di trasporto delle merci via terra ma anche di collegamento tra il mare e l’entroterra.

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